martedì 28 agosto 2018

venerdì 16 novembre 2012



Ore 17, qualche giorno fa
Ciao.. oh scusa!
Ciao, non preoccuparti (e mi tolgo le cuffie).
Cosa ascolti?
Ben Harper.
Luca mi guarda, + alla ricerca di questo nome in qualche cassetto della sua memoria.
Sai chi è?
Mi guarda come un bimbo e mi dice: no.
Come l'hai conosciuto?
Io: non lo conosco, ascolto la sua musica.
Ancora mi guarda stranito, dopo un secondo sorride.
Non conosco quasi niente delle cose che mi dici.
Non sapevo cosa fossero un hammam, i miraduro di Lisbona, una dem e che il miele si può abbinare al salato.

Ore 17, l'altro ieri.
Ciao, come stai?
Bene dai, tu?
Sono un pò penserioso, sto cercando la soluzione a un problema sul lavoro.
Il modo migliore per trovare una soluzione è non pensarci. Verrà da sè.
E così mi gioco la perla di saggezza della serata.
Parlando parlando, partendo dalle nostre rispettive mense aziendali e finendo al suo anno di militare, mi dice la sua età.
Sai, ho 38 anni.
Con quel suo sorriso che mi stende.
Penso subito è un ragazzino.
Ma abbatto l'ulteriore mio muro è mi dico: no è un uomo.

Ore 17, ieri.
Ognuno assorto nella propria lettura.
Nessun ciao, nessuna buona serata.

Ore 17, qualche ora fa.
Ciao, allora come è andata la giornata?
Bè finalmente è finita!
Farai qualcosa di particolare questo fine settimana?
Lo guardo dritto dritto negli occhi: domani vado a una manifestazione fotografica e poi aperitivo/cena con amici. Domenica ho intenzione di fare un giro per delle chiese di Milano.
Da sola?
E qui spero in un suo auto invito, in uno slancio, mi dico:dai su su che ce la puoi fare!!
Rispondo con gli occhi che brillano, il sorriso e il cuore che batte a mille: Si.
Quali chiese visiterai?
Mi si seccano gli occhi, la lingua e il cuore.
Snocciolo il tragitto e gli chiedo:tu cosa farai?
Vado a casa dai miei, in Veneto. E' il compleanno di mia sorella.
Mi racconta della sua famiglia, anche di suo fratello e io dei miei.
Entrambi abbiamo i genitori lontani (io piu' di lui) e i fratelli/sorelle sparsi in giro per l'Italia (e io pure per il mondo).
E' interessato a mio fratello che vive a New York, più che altro perchè è a New York.
Mi chiede se ci sono mai andata e gli rispondo che no, mai.
E lui: ma come li c'è tanta di quella verticalità che ami così tanto.
Con tristezza gli dico che il biglietto costa troppo. E che non potrei mai andarci senza portare i miei figli.
Mi chiede di loro.
Arriva la sua fermata.
"Ciao Anna, passa una buon fine settimana."
Ma stavolta aggiunge, sorridendo.
"Ci vediamo settimana prossima"
Lo guardo, come faccio a non sorridergli?
Va bene, buon week end anche a te.

mercoledì 7 novembre 2012

Ore 17.40
Ciao Anna, passa una buona serata.
Anche tu.

Queste le parole che accompagnano il nostro saluto, quasi sempre.
Se è venerdì l'augurio passa al "buon fine settimana".

E' una persone educata Luca, con modi e parole d'altri tempi.
Cose rare.
E' un attento ascoltatore, memorizza ogni cosa che gli dico.
E' capace oggi di ripetermi parole che ho detto un mese fa.
Se gli dico cosa faccio stasera, domani mi chiederà: com'è andata ieri sera?
Se non sto bene, per i prossimi giorni appena mi vede mi dirà: tutto a posto?

Gli piace il formaggio, la montagna, la piscina e le caramelle che frizzano.
Non gli piace la metropolitana, cucinare, e i gusci dei molluschi perchè gli impediscono di buttarsi nel piatto.

Dice, anche se non ci capisce molto, che gli piacciono le mie foto.

E' un uomo del nord Luca, nato e cresciuto tra l'Adige e il Po, terra di acqua dolce e di nebbia.

Quando gli parlo mi guarda sempre dritto negli occhi, quando smetto continua a farlo come se riflettesse sulle parole appena dette.

A volte passano secondi così.

Si sfoga.

E soprattutto ride e sorride.

C'è una bella alchimia tra noi due. Completamente diversi.
Ma la materia di cui sono fatti gli scogli non è diversa da quella del mare?
Eppure vivono uno dentro l'altro, da sempre.

A volte succede che ci salutiamo soltanto, e ognuno di noi prosegue nel suo viaggio.
A volte parliamo per tutti i 40 minuti.
Quasi sempre sono io che inizio, lui se sto leggendo o ascoltando musica raramente mi interrompe.

L'ho invitato due volte ad uscire (per un evento, ma in modo molto blando e poi con dei miei amici per un aperitvo, in modo molto ufficiale).
E per due volte ha rifiutato, dicendo che non poteva.
Pare vivi solo, ma è cosa ufficiosa.

Sarà difficile tirarlo fuori dal tubo metropolitano o avere il suo numero oppure che m'inviti ad uscire.

Ma tempo fa io ho avuto il coraggio di dare un biglietto a uno sconosciuto, spostando i miei limiti un po' piu' in là.....

;)





venerdì 31 agosto 2012





Ore 17

E' passata una settimana dalla consegna del biglietto e  non ho ricevuto nessun tipo di riscontro.

Non un sms
Non una telefonata
Non una mail

In questi giorni ho evitato di incontrarlo, semplicemente non me la sentivo.

Ho analizzato il perchè di questo suo silenzio.

Sono partita dal fatto che fosse "impegnato", passando che non l'ha capito, fino alla piu' difficile considerazione che tutto sommato non poteva fregargliene nulla.

Tutte supposizioni.

La verità, aimè, non la sapremo forse mai.

I primi due giorni ero delusa e mi bruciava questa totale indifferenza.

Anche nella peggiore delle ipotesi, dato che il mio è e rimarrà un gesto carino, una risposta la pretendevo.

Insomma, mi son detta: ma che cafone e maleducato.

Poi pian piano è maturata l'idea che non posso giudicarlo negativamente.

Bisogna smetterla di proiettarci sugli altri.

I nostri desideri, i nostri sogni, le nostre aspettative, sono solo nostri.
Li possiamo condividere ma mai imporli.

Quindi non ha risposto.

Ho smesso di cercare di capire il perchè e ho smesso di darmi addosso per avergli dato quel biglietto.

Il passaggio dalla fantasia al reale, purtroppo in questo caso, non è andato nel migliore dei modi.

Faccio mia questo monoverso del grande poeta Ghiannis Ritsos:

L'aquilone si è rotto.
Lo spago tienilo.

Si perchè nonostante la fantasia sia volata via, rimane quel che per me ha significato il momento della consegna.

Ogni atomo del mio corpo ha abbandonato completamente la razionalità, riappropiandosi di quella parte emozionale che per così tanto tempo ho seppellito.

Sono viva! Sono viva!

Questa storia metropolitana in metropolitana alle ore 17, mi ha lasciato un sapore dolce amiche e amici, e ringrazio tutti quelli che mi hanno seguita e consigliata.

- FINE -


Epilogo
Forse un giorno, troverò la giusta energia per reincontrarlo
Non so nemmeno come si chiama...........

venerdì 24 agosto 2012

Ore 17
Sono passate cinque settimane senza vederci.
Vacanze sue poi vacanze mie.

Sale e si siede di fronte a me.
Lui legge io ascolto musica.

Tiro fuori un mio cartoncino, con su un mio scatto, il link che porta alle mie fotografie, email e numero di telefono.

Scrivo.

E lo rimetto in borsa.

A 10 secondi dalla sua fermata apro la borsa e tiro fuori il biglietto.

Mi avvicino a lui e gli dico: questo è per te.

Da questo momento tutto è confuso, come quando  appena sveglio cerchi di ricordare un sogno.

Mi guarda stranito, farfuglia qualcosa del tipo: ma non è mio.

Nel frattempo gli ripeto che è per lui.

Allunga la mano, lo prende e scende.

Lo vedo allontanarsi, ancora frastornato, sta leggendo il biglietto.

Le porte si chiudono.

E io Tremo.

Lui è un uomo fortunato.

Ora bisogna capire se lo sarò anche io.





La fotografia di oggi è del mio amico fraterno Antonio, che mi vuol bene fin da subito

venerdì 20 luglio 2012

Ore 17

Sono rientrata dalla mia vacanza.

Riposata, rilassata e abbronzata.

Lo nota subito.

Questa settimana l'ho visto un paio di volte.

Mi ha restituito il cuore.

Devo ammettere  che la settimana di vacanza mi ha "raffreddata".

Ma rivederlo e soprattutto sentirlo mi ha fatto vibrare corde assopite.

Si perchè ieri, mentre scrivevo ad un gruppo di amici col telefonino, lui è entrato con un suo collega.

Hanno iniziato a parlare e finalmente ho visto la sua bocca dischiudersi ed emettere suoni.

E come il canto delle sirene, mi ha stregata.

Una voce calda, avvolgente e molto ma molto molto sensuale.

Con quella bocca......mai sentita voce così.

Accidenti!

Anche se ormai sono straconvinta che di me non gli freghi nulla, DEVO assolutamente conoscerlo.

Ho rimesso il bigliettino in borsa, oggi volevo darglielo, ma oggi non c'era.

Peccato.

A lunedì.

(Ma che voce, che voce, che voce.....................)